Amore bollicine, lo spiega la neuroscienza!
Gli Spumanti sempre più ampliano la loro fetta di mercato con un trend che non sembra arrestarsi. Ma da dove deriva questo amore verso le bollicine?? "La Revue du vin de France" lo ha chiesto a Gabriel Lepousez, ricercatore in neuroscienze sensoriali, e la risposta non lascia spazio a dubbi o incertezze.
Il vino nel processo produttivo dello spumante intrappola Co2, cambia la sua essenza ed è in grado di stimolare più percezioni sensoriali. Le bollicine si aprono in bocca creando una vibrazione tattile che dona vita e dinamicità, portando gradevole pulizia al seguito di un boccone grasso e succulento. La chimica agisce ancora perchè la Co2 si trasforma in acido carbonico accentuando ancora di più la sensazione fresca e acida avvertita dalle papille gustative. Stimola l’olfatto con una leggera puntura che affiora tra gli aromi, li spinge con maggiore intensità scoppiettante e ci ipnotizza con le sue catene infinite di bolle che risalgono il bicchiere. Per concludere il percorso sensoriale il suono, lo scoppiettio di innumerevoli bolle in bocca ci arriva come un suono che si espande dall’interno, un’onda del mare ascoltata da una conchiglia.
Secondo il professore gli spumanti coinvolgono quindi tutti i sensi amplificando in questo caso l’intensità generale delle nostre percezioni.
Testo a cura di BereFacile.it