Nel mondo del vino ogni fase ha la sua importanza: la vigna che custodisce il lavoro quotidiano, la cantina che ne raccoglie i frutti, la distribuzione che porta le bottiglie nei ristoranti ed enoteche. Ma spesso l’ultimo passaggio, quello decisivo – il racconto al cliente finale – rimane un anello debole della catena.
Molte aziende affidano questo compito agli agenti di vendita, che hanno però come priorità principale i numeri, non la formazione. Altri contano sui ristoratori e sui responsabili di sala, invitandoli a pranzi e cene promozionali che, più che momenti didattici, si trasformano in gratificazioni personali difficilmente trasmesse al personale di servizio.
Eppure è proprio lì, al tavolo di un ristorante o davanti a uno scaffale, che il vino incontra davvero il suo pubblico. Ed è lì che la narrazione fa la differenza: poche parole ben spese possono trasformare un’etichetta sconosciuta in una scelta consapevole, generando emozione e fedeltà.

Il Wine Coaching nasce come risposta a questa mancanza.
Un servizio che non sostituisce gli agenti né i ristoratori, ma che completa il loro lavoro, traducendo la storia e l’identità di una cantina in strumenti concreti per chi ogni giorno interagisce con i clienti.
Formare il personale di sala, spiegare i tratti distintivi di un vino, fornire chiavi di racconto semplici e coinvolgenti: è questo il passaggio che chiude il cerchio della vendita. Non un costo, ma un investimento che moltiplica il valore di ogni bottiglia.
In un mercato sempre più competitivo, dove la qualità del prodotto è spesso data per scontata, il vero vantaggio è saperla raccontare. Il Wine Coaching è, in questo senso, la voce della cantina quando la cantina non c’è.